Dolgosin (S.f.group srl)

Capsule rigide rp 28cps 200mg rp

Principio attivo:Ketoprofene
Gruppo terapeutico:Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • artrite reumatoide
  • spondilite anchilosante
  • borsite
  • tendinite
  • strappi
  • sciatica
  • dismenorrea
  • lombaggine
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    Posologia

    Negli adulti la dose è di 100‑200 mg una volta al giorno, secondo il peso del soggetto e la gravità dei sintomi.

    Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal Medico, che dovrà valutare un’eventuale riduzione dei dosaggi sopra indicati. Benché i dati clinici e farmacocinetici non abbiano rivelato fenomeni di incremento delle manifestazioni secondarie è opportuno, come con altri farmaci, iniziare un trattamento con DOLGOSIN Retard alla dose minima prevista, e praticare una terapia di mantenimento con la minima dose efficace.

    In pediatria la posologia non è ancora stata definita.

    Le capsule di DOLGOSIN Retard vanno assunte per via orale dopo un pasto.

    La dose massima giornaliera è 200 mg. Il rapporto rischio e beneficio deve essere attentamente considerato prima di iniziare il trattamento con la dose giornaliera di 200 mg, e dosi più alte non sono raccomandate (vedi anche sezione 4.4).

    Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedi sezione 4.4).

    Controindicazioni
  • acido acetilsalicilico
  • rinite
  • orticaria
  • asma bronchiale
  • broncospasmo
  • grave insufficienza cardiaca
  • ulcera peptica
  • emorragia gastrointestinale
  • perforazione
  • gastrite
  • diatesi emorragica
  • grave insufficienza epatica
  • insufficienza renale
  • gravidanza
  • allattamento
  • età pediatrica
  • malattie renali
  • rene, insufficienza cardiaca
  • cirrosi epatica
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    Interazioni
  • salicilati
  • difenilidantoina
  • sulfamidici
  • litio
  • dopo
  • metotrexato
  • interazione
  • acido acetilsalicilico
  • antiinfiammatori non steroidei
  • warfarin
  • eparina
  • agenti antiaggreganti
  • ticlopidina
  • clopidogrel
  • diuretici
  • antiipertensivi
  • prostaglandine
  • antagonista dell’angiotensina
  • antagonisti dell’angiotensina
  • beta–bloccanti
  • antiipertensiva
  • vasodilatatorie
  • probenecid
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    Avvertenze

    Avvertenze

    L’uso di DOLGOSIN, come di qualsiasi farmaco inibitore della sintesi delle prostaglandine e della ciclo–ossigenasi è sconsigliato nelle donne che intendono iniziare una gravidanza.

    La somministrazione di DOLGOSIN dovrebbe essere sospesa nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità.

    Il prodotto, come tutti gli antiinfiammatori non steroidei, può interferire con la sintesi delle prostaglandine renali e di loro importanti intermedi, partecipi di funzioni fisiologiche. Pertanto, DOLGOSIN Retard richiede particolari precauzioni, o se ne impone l’esclusione dall’uso, allorché nel paziente siano presenti malattie renali, stati di ipoperfusione del rene, insufficienza cardiaca, cirrosi epatica o epatiti gravi, età avanzata.

    Per l’interazione del farmaco con il metabolismo dell’acido arachidonico, in asmatici e soggetti predisposti può insorgere crisi di broncospasmo ed eventualmente shock ed altri fenomeni allergici.

    L’uso concomitante di DOLGOSIN con altri FANS, inclusi gli inibitori selettivi delle cicloossigenasi–2, deve essere evitato.

    Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.2 e i paragrafi sottostanti sui rischi gastrointestinali e cardiovascolari).

    Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari:

    Un adeguato monitoraggio ed opportune istruzioni sono necessarie nei pazienti con anamnesi positiva per ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata poiché in associazione al trattamento con i FANS sono stati riscontrati ritenzione di liquidi ed edema.

    Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus). Non ci sono dati sufficienti per escludere un rischio simile per ketoprofene. Come per tutti i FANS, i pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ketoprofene soltanto dopo attenta valutazione. Analoghe considerazioni devono essere effettuate prima di iniziare un trattamento di lunga durata in pazienti con fattori di rischio per malattia cardiovascolare (p. es. ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).

    Al manifestarsi di disturbi della vista, come visione offuscata, il trattamento deve essere sospeso.

    Anziani: i pazienti anziani hanno un aumento della frequenza di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.2).

    Emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione: durante il trattamento con tutti i FANS, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali, sono state riportate emorragia gastrointestinale, ulcerazione e perforazione, che possono essere fatali.

    Alcune evidenze epidemiologiche suggeriscono che ketoprofene può essere associato a un elevato rischio di grave tossicità gastrointestinale, rispetto ad altri FANS, soprattutto ad alte dosi (vedere anche paragrafi 4.2 e 4.3).

    Negli anziani e in pazienti con storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3), il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi aumentate di FANS. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile.

    L’uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori della pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di aspirina o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedere sotto e paragrafo 4.5).

    Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare anziani, devono riferire qualsiasi sintomo addominale (soprattutto emorragia gastrointestinale) in particolare nelle fasi iniziali del trattamento.

    Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che possono aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’aspirina (vedere paragrafo 4.5).

    Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti che assumono DOLGOSIN il trattamento deve essere sospeso.

    Precauzioni

    Pazienti con ulcera peptica pregressa o in fase attiva. I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché tali condizioni possono essere esacerbate (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).

    All’inizio del trattamento, la funzione renale deve essere attentamente monitorata in pazienti con insufficienza cardiaca, cirrosi e nefrosi, nei pazienti in terapia con diuretici, nei pazienti con insufficienza renale cronica, in particolare se il paziente è anziano. In tali pazienti la somministrazione di ketoprofene può indurre una riduzione del flusso ematico renale, dovuta all’inibizione delle prostaglandine, determinando uno scompenso renale. Occorre cautela nei pazienti con storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca da lieve a moderata, poiché in associazione alla terapia con FANS, sono state riportate ritenzione idrica ed edema.

    Gravi reazioni cutanee alcune delle quali fatali, includenti dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8).

    Nelle prime fasi della terapia i pazienti sembrano essere a più alto rischio: l’insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento. DOLGOSIN deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

    Come con altri FANS, è necessario tenere presente che, in presenza di una malattia infettiva, le proprietà anti–infiammatorie, analgesiche ed antipiretiche di ketoprofene possono mascherare i sintomi caratteristici di progressione dell’infezione, come la febbre.

    Nei pazienti con test anormali di funzionalità epatica o con storia di malattia epatica, i livelli delle transaminasi devono essere valutati periodicamente, soprattutto durante la terapia a lungo termine. Con ketoprofene sono stati osservati rari casi di ittero ed epatite.

    L’uso dei FÀNS può ridurre la fertilità femminile, e non è raccomandato nelle donne che intendono avere una gravidanza. Nelle donne che hanno problemi di fertilità o che sono sottoposte a indagini sulla fertilità, la sospensione del FANS dovrebbe essere presa in considerazione.

    I pazienti con asma associata a rinite cronica, sinusite cronica e/o poliposi nasale hanno un rischio più elevato di risultare allergici all’aspirina e/o ai FANS rispetto al resto della popolazione. La somministrazione di questo farmaco può causare attacchi d’asma o broncospasmo, in particolare in soggetti allergici all’aspirina o ai FANS (vedere paragrafo 4.3).

    Gravidanza

    La somministrazione di ketoprofene, anche se sperimentalmente non ha fatto osservare tossicità embriofetale per posologie rapportabili a quelle previste per l’uso clinico, non è consigliabile in gravidanza, durante l’allattamento e nell’infanzia.

    L’uso del farmaco in prossimità del parto determina il ritardo del parto stesso; inoltre, se somministrato in tale periodo, può provocare alterazioni dell’emodinamica del piccolo circolo del nascituro con gravi conseguenze per la respirazione.

    Gravidanza

    L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

    Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrione–fetale.

    Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico. Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, il ketoprofene non dovrebbe essere somministrato a meno che non sia assolutamente necessario. Se il ketoprofene viene assunto da una donna che sta cercando di concepire un figlio, durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere la più bassa possibile per una breve durata di trattamento.

    Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre il feto a:

    – tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

    – disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo–idroamnios;

    la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

    – possibile prolungamento dei tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;

    – inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio

    Di conseguenza, il ketoprofene è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza.

    Allattamento

    Non sono disponibili dati sull’escrezione di ketoprofene nel latte materno. Ketoprofene non è raccomandato durante l’allattamento.

    Effetti Collaterali

    Classificazione delle frequenze previste: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (≥ 1/1000 a < 1/100); raro (da ≥1/10.000 a < 1000), molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Le seguenti reazioni avverse sono state riportate con ketoprofene negli adulti:

    Patologie del sistema emolinfopoietico:

    raro: anemia emorragica

    non nota: agranulocitosi, trombocitopenia, insufficienza midollare

    Disturbi del sistema immunitario

    non nota: reazioni anafilattiche (incluso shock)

    Disturbi psichiatrici

    non nota: umore alterato

    Patologie del sistema nervoso

    non comune: cefalea, capogiri, sonnolenza

    raro: parestesia

    non nota: convulsioni, disgeusia

    Patologie dell’occhio

    raro: visione offuscata (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    raro: tinnito

    Patologie cardiache

    non nota: insufficienza cardiaca

    Patologie vascolari

    non nota: ipertensione, vasodilatazione

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    raro: asma

    non nota: broncospasmo (in particolare in pazienti con ipersensibilità nota ad ASA e altri FANS), rinite

    Patologie gastrointestinali

    comune: dispepsia, nausea, dolore addominale, vomito.

    non comune: stipsi, diarrea, flatulenza, gastrite.

    raro; stomatiti, ulcere peptiche.

    non nota: esacerbazione di colite e morbo di Crohn, perforazione o emorragia gastrointestinale a volte fatale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

    Patologie epatobiliari

    raro; epatiti, aumento dei livelli delle transaminasi, elevati livelli sierici di bilirubina a causa di disfunzioni epatiche

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    non comune: rash, prurito

    non nota: reazioni di fotosensibilità, alopecia, orticaria, angioedema, eruzioni cutanee bollose come sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica

    Patologie renali e urinarie

    non nota; insufficienza renale acuta, nefriti tubulo interstiziali, sindrome nefritica, test di funzionalità renale anormali, disuria transitoria

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    non comune: edema, affaticamento

    Esami diagnostici

    raro: aumento di peso

    Altri effetti indesiderati:

    melena, ematemesi.

    Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (p. es. infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).

    Eccipienti

    Microgranuli di saccarosio e amido, povidone K30, poli(metil)metacrilati (Eudragit RS), talco.

    Costituenti della capsula: gelatina, titanio biossido (E171).

    Conservazione

    Non conservare al di sopra di 25° C. Tenere il prodotto al riparo dall’umidità.