Irbesartan my (Mylan spa)

Compresse 28cpr 150mg

da6.44 €
Principio attivo:Irbesartan
Gruppo terapeutico:Antagonisti dell'angiotensina ii, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione arteriosa essenziale
  • diabete mellito di tipo
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    Posologia

    Posologia

    La usuale dose iniziale e di mantenimento raccomandata è di 150 mg in singola somministrazione giornaliera.

    Irbesartan alla dose di 150 mg una volta al giorno generalmente fornisce un migliore controllo della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore rispetto a 75 mg. Tuttavia l’inizio della terapia con 75 mg deve essere preso in considerazione, particolarmente in pazienti emodializzati e nei pazienti anziani di età superiore ai 75 anni.

    In pazienti non adeguatamente controllati con 150 mg una volta al giorno, il dosaggio di irbesartan può essere aumentato a 300 mg, oppure possono essere co–somministrati altri agenti antipertensivi (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1). In particolare l’aggiunta di un diuretico come l’idroclorotiazide ha mostrato un effetto additivo con irbesartan (vedere paragrafo 4.5).

    Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2, la terapia deve essere iniziata con 150 mg di irbesartan una volta al giorno e incrementata fino a 300 mg una volta al giorno come dose di mantenimento consigliata per il trattamento della malattia renale.

    La dimostrazione del beneficio sul rene di irbesartan nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si basa su studi nei quali l’irbesartan è stato impiegato in aggiunta ad altri medicinali antipertensivi, al bisogno, per raggiungere la pressione arteriosa desiderata (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).

    Popolazioni speciali

    Insufficienza renale:

    Nei soggetti con ridotta funzionalità renale non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Una dose iniziale più bassa (75 mg) deve essere presa in considerazione nei pazienti sottoposti ad emodialisi (vedere paragrafo 4.4).

    Insufficienza epatica:

    Nei soggetti con lieve o moderata insufficienza epatica non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Non ci sono dati clinici relativi a pazienti con insufficienza epatica grave.

    Popolazione anziana

    Sebbene negli anziani di età superiore ai 75 anni debba essere presa in considerazione la possibilità di iniziare la terapia con 75 mg, generalmente non è necessario l’aggiustamento della dose per la popolazione anziana.

    Pazienti pediatrici:

    La sicurezza e l’efficacia di irbesartan nei bambini e negli adolescenti di età tra 0 e 18 anni non è stata stabilita. Attualmente i dati disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2 ma non possono essere fatte raccomandazioni sulla posologia.

    Modo di somministrazione

    Uso orale.

    Irbesartan Mylan può essere assunto con o senza cibo.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • gravidanza
  • diabete mellito
  • insufficienza renale
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    Interazioni
  • agenti
  • antipertensivi
  • ipotensivi
  • altri medicinali
  • beta–bloccanti
  • calcio
  • diuretici tiazidici
  • agente
  • eparina
  • litio
  • antinfiammatori
  • antagonisti dell’angiotensina
  • acido acetilsalicilico
  • antipertensivo
  • dopo
  • idroclorotiazide
  • state osservate interazioni
  • warfarin
  • rifampicina
  • digossina
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    Avvertenze

    Riduzione della volemia

    Nei pazienti volume e/o sodio–depleti a causa di intenso trattamento diuretico, dieta iposodica, diarrea o vomito, si possono verificare episodi di ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose. In tali casi la condizione di base deve essere corretta prima dell’inizio della terapia con Irbesartan Mylan.

    Ipertensione nefrovascolare

    Esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria renale con unico rene funzionante, trattati con medicinali che agiscono a livello del sistema renina–angiotensina–aldosterone.

    Sebbene ciò non sia documentato nella terapia con Irbesartan Mylan, un effetto simile dovrà essere previsto anche con gli antagonisti del recettore per l’angiotensina II.

    Insufficienza renale e trapianto renale

    Quando Irbesartan Mylan viene usato in pazienti con insufficienza renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici del potassio e della creatinina. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di irbesartan a pazienti con trapianto renale recente.

    Pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e malattia renale

    In un’analisi effettuata nello studio con pazienti con malattia renale avanzata, gli effetti dell’irbesartan sugli eventi renali e cardiovascolari non sono stati uniformi in tutti i sottogruppi. In particolare, essi sono risultati meno favorevoli nelle donne e nei soggetti non di razza bianca (vedere paragrafo 5.1).

    Doppio blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassemia, e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del sistema RAAS tramite l’uso combinato di ACE–inibitori, bloccanti dei recettori dell’angiotensina II o aliskiren non è raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia tramite il doppio blocco del sistema RAAS è ritenuta assolutamente necessaria, deve avvenire solamente sotto stretto controllo medico e devono essere previsti controlli frequenti di funzionalità renale, elettroliti e pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e i bloccanti dei recettori dell’angiotensina II non dovrebbero essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Iperpotassiemia

    Come con altri medicinali che interferiscono con il sistema renina–angiotensina–aldosterone, durante il trattamento con Irbesartan Mylan si può manifestare iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale, proteinuria franca a causa della malattia renale diabetica e/o insufficienza cardiaca. Si raccomanda, nei pazienti a rischio, un monitoraggio stretto del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).

    Litio

    La combinazione di litio e Irbesartan Mylan non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva

    Come per altri vasodilatatori è richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

    Aldosteronismo primario

    I pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l’inibizione del sistema renina–angiotensina. Quindi, l’uso di Irbesartan Mylan non è raccomandato.

    Generali

    In pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone (es. pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologia renale di base, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, che interessano tale sistema, è stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.5). Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, può determinare infarto del miocardio o ictus.

    Come osservato per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, l’irbesartan e gli altri antagonisti dell’angiotensina sono apparentemente meno efficaci nel diminuire la pressione arteriosa nei pazienti neri rispetto a quelli non neri, probabilmente a causa di una più alta prevalenza di condizioni a bassa renina nella popolazione ipertesa di razza nera (vedere paragrafo 5.1).

    Gravidanza

    La terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.

    Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Pazienti pediatrici

    Irbesartan è stato studiato nella popolazione pediatrica tra i 6 ed i 16 anni di età ma i dati attuali, in attesa che se ne rendano disponibili di nuovi, non sono sufficienti a sostenere una sua estensione di utilizzo anche nei bambini (vedere paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2).

    Lattosio

    Questo medicinale contiene lattosio. Pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio/galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    L’ uso degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’ uso degli AIIRA è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.

    Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve essere iniziare una terapia alternativa.

    È noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

    Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Allattamento

    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di irbesartan durante l’allattamento, Irbesartan Mylan non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati e prematuri.

    Non è noto se l’irbesartan o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.

    I dati farmacodinamici/tossicologici nei ratti hanno mostrato l’escrezione di irbesartan o dei suoi metaboliti nel latte (per i dettagli vedere paragrafo 5.3).

    Fertilità

    Irbesartan non ha effetto sulla fertilità nei ratti trattati e nella loro prole fino alla dose che inducee i primi segni di tossicità parentale (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Negli studi clinici controllati con placebo su pazienti ipertesi, l’incidenza totale degli eventi avversi nei soggetti trattati con irbesartan (56,2%) è stata sovrapponibile a quella rilevata nei soggetti trattati con il placebo (56,5%). Le interruzioni della terapia dovute ad effetti indesiderati clinici o di laboratorio sono state meno frequenti per i pazienti trattati con irbesartan (3,3%) che per quelli trattati con placebo (4,5%). L’incidenza degli eventi avversi non è dipesa da dose (nel range posologico raccomandato), sesso, età, razza o durata del trattamento.

    Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, capogiro e ipotensione ortostatici sono stati riportati nello 0,5% (cioè non comune) dei pazienti stessi, ma di più per il placebo.

    La seguente tabella presenta le reazioni avverse farmacologiche riportate negli studi clinici controllati verso placebo nei quali 1.965 pazienti ipertesi hanno ricevuto irbesartan. Le voci contrassegnate con un asterisco (*) si riferiscono alle reazioni avverse che sono state ulteriormente riportate in > 2% dei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria franca e di più per il placebo.

    La frequenza delle reazioni avverse sottoriportate si definisce in base alla seguente convenzione:

    • Molto comune (≥ 1/10);

    • Comune (≥ 1/100, < 1/10);

    • Non comune (≥ 1/1.000, < 1/100);

    • Rara (≥ 1/10.000, < 1/1.000);

    • Molto rara (< 1/10.000);

    • Non nota (la frequenza non può essere stimata dai dati disponibili).

    All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

    Sono anche riportate effetti indesiderati addizionali dall’esperienza di post–marketing. Questi effetti indesiderati sono derivati da segnalazioni spontanee.

    Disturbi del sistema immunitario

    Non nota: reazioni di ipersensibilità come angioedema, eruzione cutanea, orticaria

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Non nota: iperkalemia

    Patologie del sistema nervoso

    Comune: capogiro, vertigine ortostatica(*)

    Non nota: vertigine, mal di testa

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Non nota: tinnito

    Patologie cardiache

    Non comune: tachicardia

    Patologie vascolari

    Comune: ipotensione ortostatica(*)

    Non comune: flushing

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Non comune: tosse

    Patologie gastrointestinali

    Comune: nausea/vomito

    Non comune: diarrea, dispesia/bruciore di stomaco

    Non nota: disgeusia

    Patologie epatobiliari

    Non comune: ittero

    Non nota: epatite, disfunzione epatica

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Non nota: vasculite leucocitoclastica

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Comune: dolore muscoloscheletrico*

    Non nota: artralgia, mialgia (in alcuni casi associata ad aumento dei livelli plasmatici della creatina chinasi), crampi muscolari

    Patologie renali e urinarie

    Non nota: funzionalità renale ridotta inclusi casi di insufficienza renale in pazienti a rischio

    (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Non comune: disfunzione sessuale

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Comune: affaticamento

    Non comune: dolore toracico

    Esami diagnostici :

    Molto comune: Iperpotassiemia* si è verificata più spesso nei pazienti diabetici trattati con irbesartan rispetto a quelli trattati con placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, l’iperpotassiemia (≥ 5,5 mEq/l) si è verificata nel 29,4% dei pazienti nel gruppo irbesartan 300 mg e nel 22% dei pazienti nel gruppo placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria franca, l’iperpotassiemia (≥ 5,5 mEq/l) si è verificata nel 46,3% dei pazienti nel gruppo irbesartan e nel 26,3% dei pazienti nel gruppo placebo.

    Comune: sono stati osservati aumenti significativi nella creatin chinasi plasmatica (1,7%) nei soggetti trattati con irbesartan. Nessuno di questi aumenti è stato associato ad eventi clinici muscoloscheletrici identificabili.

    Nell’1,7% dei pazienti ipertesi con malattia renale diabetica in stato avanzato trattati con irbesartan, è stata osservata una diminuzione dei valori dell’emoglobina*, non clinicamente significativa.

    Pazienti pediatrici:

    In uno studio clinico randomizzato su 318 bambini ed adolescenti ipertesi, tra i 6 e i 16 anni di età, durante la fase in doppio cieco di tre settimane, si sono verificate le seguenti reazioni avverse: cefalea (7,9%), ipotensione (2,2%), capogiro (1,9%), tosse (0,9%). Nel periodo in aperto di 26 settimane di questo studio clinico, le più frequenti anomalie di laboratorio riportate sono state: incrementi della creatinina (6,5%) ed elevati valori di CK nel 2% dei bambini trattati.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante. Essa permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Povidone

    Lattosio monoidrato

    Cellulosa microcristallina

    Croscarmellosa sodica

    Magnesio stearato

    Silice colloidale anidra.

    Conservazione

    Questo prodotto medicinale non richiede condizioni speciali di conservazione.