Liladros (Gedeon richter italia srl)

Compresse rivestite 21cpr riv 3mg+0,02mg

da13.25 €
Principio attivo:Drospirenone/etinilestradiolo
Gruppo terapeutico:Contraccettivi ormonali sistemici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:C
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • tromboembolie
  • contraccettivi
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    Posologia

    Posologia

    Come prendere Liladros

    Le compresse devono essere assunte tutti i giorni circa alla stessa ora, se necessario con un poco di liquido, secondo l’ordine indicato sulla confezione del blister. Una compressa deve essere presa quotidianamente per 21 giorni consecutivi. Ogni successiva confezione verrà iniziata dopo un intervallo di 7 giorni senza compresse, durante il quale di solito si verifica il sanguinamento da sospensione. Questo inizia di norma durante il secondo o terzo giorno dopo l’ultima compressa ed è possibile che non sia cessato prima che venga iniziata la successiva confezione.

    Come iniziare l’assunzione di Liladros

    • Nessun uso precedente di un contraccettivo ormonale (durante l’ultimo mese).

    L’assunzione delle compresse deve iniziare il primo giorno del ciclo naturale della donna (cioè il primo giorno della sua mestruazione).

    Passaggio da un metodo contraccettivo ormonale combinato (contraccettivo orale combinato), anello vaginale o cerotto trans–dermico.

    La paziente deve iniziare ad assumere Liladros preferibilmente il giorno dopo aver preso l’ultima compressa attiva (l’ultima compressa contenente le sostanze attive) del suo contraccettivo ormonale combinato precedente, ma al più tardi il giorno seguente il normale intervallo libero da trattamento ormonale o con placebo al suo precedente metodo contraccettivo. Qualora sia stato utilizzato un anello vaginale o un cerotto trans–dermico, la paziente dovrà cominciare ad usare Liladros preferibilmente il giorno della rimozione, ma al più tardi quando sarebbe avvenuta la successiva applicazione.

    Passaggio da un metodo contraccettivo basato unicamente sul progesterone (pillola contenente solo progesterone, iniezione, impianto) o da un dispositivo intrauterino rilasciante progesterone (IUS)

    La paziente può effettuare il cambiamento dalla pillola contenente solo progesterone in qualsiasi momento (da un impianto o da uno IUS nel giorno stesso della rimozione, da un contraccettivo iniettabile nel giorno in cui sarebbe stata eseguita la successiva iniezione) ma in tutti questi casi dovrà essere avvisata di utilizzare un metodo di barriera aggiuntivo per i primi 7 giorni di assunzione delle compresse.

    Dopo un aborto avvenuto nel primo trimestre

    La paziente può iniziare la terapia immediatamente. Nel farlo, non è necessario che adotti misure anticoncezionali aggiuntive.

    Dopo aver partorito od aver subito un aborto nel secondo trimestre

    Le pazienti debbono essere avvisate di iniziare in un periodo compreso fra 21 e 28 giorni dopo il parto o l’aborto avvenuto nel secondo trimestre. Qualora inizi più tardi, dovrà essere avvisata di usare un metodo di barriera aggiuntivo per i primi 7 giorni. Comunque, se avesse già avuto rapporti sessuali, una gravidanza dovrà essere esclusa prima dell’effettivo inizio dell’uso del contraccettivo ormonale di associazione oppure la paziente dovrà attendere il suo primo ciclo mestruale.

    Per donne che allattano al seno vedere paragrafo 4.6.

    Gestione della dimenticanza delle compresse

    Se il ritardo nell’assunzione della compressa è inferiore alle 12 ore, la protezione anticoncezionale non viene ridotta. La paziente dovrà prendere la compressa non appena se ne ricorda e prenderà le compresse successive alla solita ora.

    Se il ritardo nell’assunzione della compressa è superiore alle 12 ore, la protezione anticoncezionale potrà risultare ridotta. Il comportamento da adottare nel caso della dimenticanza delle compresse può seguire le seguenti due regole fondamentali:

    1. l’assunzione delle compresse non deve essere mai interrotta per più di 7 giorni

    2. un’assunzione ininterrotta delle compresse pari a 7 giorni è richiesta per ottenere una soppressione adeguata dell’asse ipotalamico–ipofisario–ovarico.

    In accordo con quanto sopra, nella pratica giornaliera si può consigliare quanto segue:

    • Settimana 1

    La paziente prenderà l’ultima compressa dimenticata non appena se lo ricorda, anche se ciò comporterà l’assunzione contemporanea di due compresse. Continuerà poi a prendere le compresse alla solita ora. In aggiunta, dovrà usare un metodo di barriera come il profilattico per i seguenti 7 giorni. Se c’è stato un rapporto nei precedenti 7 giorni, la possibilità di una gravidanza dovrà essere presa in considerazione. Più numerose sono le compresse dimenticate e più sono vicine all’intervallo senza compressa, tanto maggiore è il rischio di gravidanza.

    • Settimana 2

    La paziente prenderà l’ultima compressa dimenticata non appena se lo ricorda, anche se ciò comporterà l’assunzione contemporanea di due compresse. Continuerà poi a prendere le compresse alla solita ora. A condizione che la paziente abbia assunto le sue compresse correttamente nei 7 giorni precedenti alla prima compressa dimenticata, non vi è alcuna necessità di utilizzare precauzioni anticoncezionali aggiuntive. Comunque, se si fosse dimenticata di più di una compressa, sarà necessario consigliarla di adottare delle precauzioni aggiuntive per 7 giorni.

    • Settimana 3

    Il rischio di ridotta affidabilità è prossimo a causa dell’imminente intervallo di 7 giorni senza compresse. Comunque, modificando il programma di assunzione delle compresse, la riduzione della protezione contraccettiva può essere ancora prevenuta. Pertanto, attenendosi a una delle due opzioni che seguono non è necessario ricorrere a precauzioni contraccettive supplementari, purché la donna abbia assunto correttamente tutte le compresse nei 7 giorni precedenti la prima compressa dimenticata. Se così non fosse, dovrà seguire la prima di queste due opzioni e adottare ulteriori precauzioni anche per i successivi 7 giorni.

    1. La paziente dovrà prendere l’ultima compressa dimenticata non appena se lo ricorda, anche se ciò comporterà l’assunzione contemporanea di due compresse. Continuerà poi a prendere le compresse alla solita ora. La successiva confezione blister dovrà essere iniziata non appena termina quella in uso, cioè senza intervallo tra le confezioni. È improbabile che la paziente abbia una mestruazione da sospensione prima del completamento della seconda confezione, ma potrebbe accusare la comparsa di qualche macchia di sangue (spotting) o di sanguinamento da perdita di controllo nei giorni di assunzione delle compresse.

    2. È anche possibile consigliare alla paziente di sospendere l’assunzione delle compresse dell’attuale confezione blister. Essa dovrà poi avere un intervallo senza compresse fino a 7 giorni, compresi i giorni in cui si è dimenticata delle compresse, e in seguito dovrà continuare con la successiva confezione blister.

    Se la paziente ha saltato delle compresse e successivamente non accusa sanguinamento da sospensione durante il primo intervallo senza compresse la possibilità di una gravidanza dovrà essere presa in considerazione.

    Avvertenze in caso di disturbi gastro–intestinali

    In caso di disturbi gastro–intestinali gravi (es. vomito o diarrea), l’assorbimento potrebbe non essere completo e dovranno essere adottate misure anticoncezionali aggiuntive.

    Se il vomito si manifesta entro 3–4 ore dopo l’assunzione di una compressa attiva, una nuova compressa (sostituzione) dovrà essere presa il prima possibile. La nuova compressa dovrebbe essere ingerita se possibile entro 12 ore dal consueto momento dell’assunzione del farmaco. Se sono trascorse più di 12 ore, risulta applicabile l’avvertenza riguardante le compresse dimenticate, così come comunicata nel paragrafo 4.2 "Gestione della dimenticanza delle compresse". Se la paziente non desidera cambiare il suo normale programma di assunzione delle compresse, dovrà prendere la/le compressa/e extra da un’altra confezione blister.

    Come rimandare un sanguinamento da sospensione

    Per ritardare una mestruazione la paziente dovrà continuare con un’altra confezione blister di Liladros evitando l’intervallo senza compresse. Questa estensione può essere protratta a piacere fino all’utilizzazione completa della seconda confezione. Durante l’estensione la paziente potrà accusare sanguinamento da perdita di controllo o la comparsa di macchie di sangue (spotting). La regolare assunzione di Liladros verrà poi ripresa dopo il consueto intervallo di 7 giorni senza compresse.

    Per spostare le mestruazioni ad un altro giorno della settimana diverso da quello a cui la paziente è abituata secondo il suo attuale programma, le si può consigliare di accorciare il suo imminente intervallo senza compresse di quanti giorni desidera. Più breve sarà l’intervallo, più alta la probabilità che essa non abbia un sanguinamento da sospensione ma che invece accusi sanguinamento da perdita di controllo e la comparsa di macchie di sangue (spotting) durante la confezione successiva (proprio come quando si ritarda una mestruazione).

    Modo di somministrazione

    Uso orale.

    Controindicazioni
  • trombosi venosa profonda
  • embolia polmonare
  • infarto miocardico
  • angina pectoris
  • ictus
  • diabete mellito
  • ipertensione
  • insufficienza renale
  • ipersensibilità ai principi attivi
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    Interazioni
  • altri medicinali
  • dopo
  • contraccettivo ormonale
  • state segnalate
  • contraccettivi ormonali
  • carbamazepina
  • fenitoina
  • primidone
  • rifampicina
  • ritonavir
  • nevirapina
  • efavirenz
  • griseofulvina
  • estrogeno
  • progestinici
  • progestinico
  • etinilestradiolo
  • ciclosporina
  • lamotrigina
  • interazione
  • omeprazolo
  • simvastatina
  • midazolam
  • teofillina
  • diuretici
  • steroidi
  • corticosteroidi
  • segnalate in letteratura
  • ketoconazolo
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    Avvertenze

    Avvertenze

    Nel caso in cui fosse presente una delle condizioni o fattori di rischio menzionati sotto, l’idoneità di Liladros deve essere discussa con la donna.

    In caso di peggioramento o di prima comparsa di uno qualsiasi di questi fattori di rischio o di queste condizioni, deve essere consigliato alla donna di rivolgersi al proprio medico per determinare se l’uso di Liladros debba essere interrotto.

    In caso di TEV o TEA sospetta o accertata, l’uso del contraccettivo ormonale combinato deve essere interrotto. Nel caso in cui venga iniziata un terapia anticoagulante, deve essere intrapresa un’adeguata contraccezione alternativa a causa della teratogenicità della terapia anticoagulante (cumarine).

    • Disturbi di circolazione

    Rischio di tromboembolia venosa (TEV)

    L’uso di qualsiasi contraccettivo ormonale combinato (COC) determina un aumento del rischio di tromboembolia venosa (VTE) rispetto al non uso. I prodotti che contengono levonorgestrel, norgestimato o noretisterone sono associati a un rischio inferiore di TEV. Il rischio associato agli altri prodotti come Liladros può essere anche doppio. La decisione di usare un prodotto diverso da quelli associati a un rischio di TEV più basso deve essere presa solo dopo aver discusso con la donna per assicurarsi che essa comprenda il rischio di TEV associato a Liladros, il modo in cui i suoi attuali fattori di rischio influenzano tale rischio e il fatto che il rischio che sviluppi una TEV è più alto nel primo anno di utilizzo. Vi sono anche alcune evidenze che il rischio aumenti quando l’assunzione di un COC viene ripresa dopo una pausa di 4 o più settimane.

    Circa 2 donne su 10.000 che non usano un COC e che non sono in gravidanza, svilupperanno una TEV in un periodo di un anno. In una singola donna, però, il rischio può essere molto superiore, a seconda dei suoi fattori di rischio sottostanti (vedere oltre).

    Si stima[1] che su 10.000 donne che usano un COC contenente drospirenone, tra 9 e 12 svilupperanno una TEV in un anno; questo dato si confronta con circa 6[2] donne che usano un COC contenente levonorgestrel.

    [1] Queste incidenze sono state stimate dalla totalità dei dati di studi epidemiologici, usando i rischi relativi dei diversi prodotti rispetto ai COC contenenti levonorgestrel

    [2] Punto medio dell’intervallo 5–7 per 10.000 donne/anno, basato su un rischio relativo di circa 2,3–3,6 dei COC contenenti levonorgestrel rispetto al non uso.

    In entrambi i casi, il numero di TEV all’anno è inferiore al numero previsto in gravidanza o nel periodo post–parto.

    La TEV può essere fatale nell’1–2% dei casi.

    Fattori di rischio di TEV

    Il rischio di complicanze tromboemboliche venose nelle donne che usano COC può aumentare sostanzialmente se sono presenti fattori di rischio aggiuntivi, specialmente se tali fattori di rischio sono più di uno (vedere la tabella).

    Liladros è controindicato se una donna presenta diversi fattori di rischio che aumentano il suo rischio di trombosi venosa (vedere paragrafo 4.3). Se una donna presenta più di un fattore di rischio, è possibile che l’aumento del rischio sia maggiore della somma dei singoli fattori; in questo caso deve essere considerato il suo rischio totale di TEV. Se si ritiene che il rapporto tra benefici e rischi è considerato negativo, non si deve prescrivere un COC (vedere paragrafo 4.3).

    Tabella: Fattori di rischio per TEV

    Fattore di rischio Commento
    Obesità (indice di massa corporea (IMC) superiore a 30 kg/m²) Il rischio aumenta considerevolmente all’aumentare dell’IMC. Particolarmente importante da considerare se sono presenti anche altri fattori di rischio.
    Immobilizzazione prolungata, interventi chirurgici maggiori, interventi chirurgici di qualsiasi tipo a gambe e pelvi, neurochirurgia o trauma maggiore Nota: l’immobilizzazione temporanea, inclusi i viaggi in aereo di durata >4 ore, può anche essere un fattore di rischio di TEV, specialmente in donne con altri fattori di rischio In queste situazioni è consigliabile interrompere l’uso del cerotto/della pillola/dell’anello (in caso di interventi elettivi almeno quattro settimane prima) e non riavviarlo fino a due settimane dopo la ripresa completa della mobilità. Per evitare gravidanze indesiderate si deve utilizzare un altro metodo contraccettivo. Se Liladros non è stato interrotto prima, deve essere preso in considerazione un trattamento antitrombotico.
    Anamnesi familiare positiva (tromboembolia venosa in un fratello o un genitore, specialmente in età relativamente giovane, cioè prima dei 50 anni). Se si sospetta una predisposizione ereditaria, la donna deve essere inviata a uno specialista per un parere prima di decidere l’assunzione di qualsiasi COC.
    Altre condizioni mediche associate a TEV Cancro, lupus eritematoso sistemico, sindrome emolitica uremica, malattie intestinali infiammatorie croniche (malattia di Crohn o colite ulcerosa) e anemia falciforme.
    Età avanzata In particolare al di sopra dei 35 anni

    Non vi è consenso sul possibile ruolo delle vene varicose e della tromboflebite superficiale nell’esordio e nella progressione della trombosi venosa.

    Il maggior rischio di tromboembolia in gravidanza, in particolare nel periodo di 6 settimane del puerperio, deve essere preso in considerazione (per informazioni su "Fertilità, gravidanza e allattamento" vedere paragrafo 4.6).

    Sintomi di TEV (trombosi venosa profonda ed embolia polmonare)

    Nel caso si presentassero sintomi di questo tipo, alle donne deve essere consigliato di rivolgersi immediatamente a un medico e di informarlo che stanno assumendo un COC.

    I sintomi di trombosi venosa profonda (TVP) possono includere:

    – gonfiore unilaterale della gamba e/o del piede o lungo una vena della gamba;

    – dolore o sensibilità alla gamba che può essere avvertito solo in piedi o camminando;

    – maggiore sensazione di calore nella gamba colpita; pelle della gamba arrossata o scolorita.

    I sintomi di embolia polmonare (EP) possono includere:

    – comparsa improvvisa e inspiegata di mancanza di respiro e di respirazione accelerata;

    – tosse improvvisa che può essere associata a emottisi;

    – dolore acuto al torace;

    – stordimento grave o capogiri;

    – battito cardiaco accelerato o irregolare.

    Alcuni di questi sintomi (come "mancanza di respiro" e "tosse") sono aspecifici e possono essere interpretati erroneamente come eventi più comuni o meno gravi (ad es. infezioni delle vie respiratorie).

    Altri segni di occlusione vascolare possono includere: dolore improvviso, gonfiore o colorazione blu pallida di un’estremità.

    Se l’occlusione ha luogo nell’occhio i sintomi possono variare da offuscamento indolore della vista fino a perdita della vista. Talvolta la perdita della vista avviene quasi immediatamente.

    Rischio di tromboembolia arteriosa (TEA)

    Studi epidemiologici hanno associato l’uso dei COC a un aumento del rischio di tromboembolie arteriose (infarto miocardico) o di incidenti cerebrovascolari (ad es. attacco ischemico transitorio, ictus). Gli eventi tromboembolici arteriosi possono essere fatali.

    Fattori di rischio di TEA

    Il rischio di complicanze tromboemboliche arteriose o di un ictus cerebrovascolare nelle donne che utilizzano COC aumenta in presenza di fattori di rischio (vedere la tabella). Liladros è controindicato se una donna presenta un fattore di rischio grave o più fattori di rischio di TEA che aumentano il suo rischio di trombosi arteriosa (vedere paragrafo 4.3). Se una donna presenta più di un fattore di rischio, è possibile che l’aumento del rischio sia maggiore della somma dei singoli fattori; in questo caso deve essere considerato il suo rischio totale. Se si ritiene che il rapporto rischi–benefici sia negativo, non si deve prescrivere un COC (vedere paragrafo 4.3).

    Tabella: Fattori di rischio di TEA

    Fattore di rischio Commento
    Età avanzata In particolare al di sopra dei 35 anni
    Fumo Alle donne deve essere consigliato di non fumare se desiderano usare un COC. Alle donne di età superiore a 35 anni che continuano a fumare deve essere fortemente consigliato l’uso di un metodo contraccettivo diverso.
    Ipertensione  
    Obesità (indice di massa corporea (IMC) superiore a 30 kg/m²) Il rischio aumenta considerevolmente all’aumentare dell’IMC. Particolarmente importante nelle donne con altri fattori di rischio.
    Anamnesi familiare positiva (tromboembolia arteriosa in un fratello o un genitore, specialmente in età relativamente giovane, cioè prima dei 50 anni). Se si sospetta una predisposizione ereditaria, la donna deve essere inviata a uno specialista per un parere prima di decidere l’assunzione di qualsiasi COC.
    Emicrania Un aumento della frequenza o della gravità dell’emicrania durante l’uso di COC (che può essere prodromico di un evento cerebrovascolare) può rappresentare un motivo di interruzione immediata.
    Altre condizioni mediche associate ad eventi vascolari avversi Diabete mellito, iperomocisteinemia, cardiopatia valvolare e fibrillazione atriale, dislipoproteinemia e lupus eritematoso sistemico.

    Sintomi di TEA

    Nel caso si presentassero sintomi di questo tipo, le donne devono rivolgersi immediatamente a un operatore sanitario e informarlo che stanno assumendo un COC.

    I sintomi di ictus cerebrovascolare possono includere:

    – intorpidimento o debolezza improvvisa del viso, di un braccio o di una gamba, soprattutto su un lato del corpo;

    – improvvisa difficoltà a camminare, capogiri, perdita dell’equilibrio o della coordinazione;

    – improvvisa confusione, difficoltà di elocuzione o di comprensione;

    – improvvisa difficoltà a vedere con uno o con entrambi gli occhi;

    – improvvisa emicrania, grave o prolungata, senza causa nota;

    – perdita di conoscenza o svenimento con o senza convulsioni.

    Sintomi temporanei suggeriscono che si tratti di un attacco ischemico transitorio (TIA).

    I sintomi di infarto miocardico (IM) possono includere:

    – dolore, fastidio, pressione, pesantezza, sensazione di schiacciamento o di pienezza al torace, a un braccio o sotto lo sterno;

    – fastidio che si irradia a schiena, mascella, gola, braccia, stomaco;

    – sensazione di pienezza, indigestione o soffocamento;

    – sudorazione, nausea, vomito o capogiri;

    – estrema debolezza, ansia o mancanza di respiro;

    – battiti cardiaci accelerati o irregolari.

    – Tumori

    Un rischio maggiore di sviluppare una neoplasia del collo dell’utero da parte di chi utilizza da molto tempo i contraccettivi ormonali combinati (> 5 anni) è stato segnalato in alcuni studi epidemiologici, ma continua la controversia in merito a quanto questo dato possa invece essere riferito agli effetti confondenti del comportamento sessuale e ad altri fattori, quali il papilloma virus umano (HPV).

    Una meta–analisi tratta da 54 studi epidemiologici ha riportato che esiste un lieve incremento del rischio relativo (RR = 1.24) di subire una diagnosi di carcinoma mammario in donne che normalmente usano i contraccettivi ormonali combinati. L’aumento del rischio scompare gradualmente durante il corso dei 10 anni successivi all’interruzione dell’uso del contraccettivo ormonale. Dato che il carcinoma del seno è un evento raro in donne al di sotto dei 40 anni di età, il sovra–numero delle diagnosi di carcinoma del seno nelle utilizzatrici di contraccettivi ormonali attuali ed in tempi recenti, è piccolo in relazione al rischio globale di sviluppare un carcinoma della mammella. Questi studi non forniscono un dato evidente di causa ed effetto. L’andamento di aumento del rischio che è stato osservato potrebbe dipendere da una diagnosi effettuata più precocemente nelle utilizzatrici di contraccettivi ormonali, dagli effetti biologici dei contraccettivi ormonali o da una combinazione dei due fattori. I carcinomi del seno diagnosticati alle donne che hanno utilizzato la pillola tendono ad essere clinicamente meno avanzati dei carcinomi diagnosticati nelle donne che non ne hanno mai fatto uso.

    In rari casi, tumori epatici benigni, ed ancora più raramente, tumori epatici maligni sono stati osservati nelle donne che utilizzano i contraccettivi ormonali combinati. In casi isolati, questi tumori hanno prodotto emorragie intra–addominali potenzialmente fatali. La presenza di un tumore epatico deve essere presa in considerazione nell’ambito di una diagnosi differenziale quando, in donne che assumono un contraccettivo ormonale si manifestano forte dolore nei quadranti superiori dell’addome, ingrossamento del fegato o segni di emorragia intra–addominale.

    Con l’uso dei contraccettivi ormonali a dosi più alte (50 mcg di etinilestradiolo) viene ridotto il rischio di carcinomi endometriali ed ovarici. Se ciò avvenga anche per i contraccettivi ormonali a dosi più basse è un dato che attende ancora conferma.

    – Altre patologie

    Il componente progestinico in Liladros è un antagonista dell’aldosterone che ha la capacità di risparmiare potassio. Nella maggior parte dei casi, non ci si deve attendere alcun incremento dei livelli di potassio. In uno studio clinico, tuttavia, in alcune pazienti affette da compromissione renale lieve o moderata e che facevano un uso concomitante di medicinali risparmiatori di potassio, i livelli serici di potassio sono aumentati leggermente, ma non in maniera significativa, durante l’assunzione di drospirenone. Per questa ragione, si raccomanda di controllare, nel corso del primo ciclo di terapia, il potassio serico di pazienti che presentino insufficienza renale e livelli serici di potassio prima del trattamento ai limiti superiori dei valori di riferimento ed in modo particolare durante l’utilizzo concomitante di medicinali risparmiatori di potassio. Vedere anche il paragrafo 4.5.

    Donne affette da ipertrigliceridemia o per le quali questa risulti nell’anamnesi familiare, possono correre un rischio aumentato di pancreatite nell’utilizzare i contraccettivi ormonali combinati.

    Malgrado che in molte donne che assumono i contraccettivi ormonali combinati siano stati riportati modesti incrementi dei valori pressori, sono rari aumenti clinicamente significativi. Un’immediata sospensione nell’uso del contraccettivo ormonale è giustificata solo in questi rari casi. Se, durante l’uso di un contraccettivo orale in una donna precedentemente ipertesa, valori costanti di pressione alta o un aumento significativo della pressione non rispondono adeguatamente al trattamento anti–ipertensivo, il contraccettivo ormonale deve essere sospeso. Dove lo si consideri un comportamento corretto, l’uso del contraccettivo ormonale può essere ripreso se si possono ottenere valori pressori normali tramite la terapia anti–ipertensiva.

    Si è notato che le seguenti patologie possono manifestarsi o peggiorare sia per la gravidanza che per l’uso del contraccettivo ormonale, ma le prove di un collegamento con l’utilizzo del contraccettivo ormonale non sono convincenti: ittero e/o prurito dovuto a colestasi; calcoli biliari; porfiria; lupus eritematoso sistemico; sindrome uremica emolitica; corea di Sydenham; herpes gravidico; perdita dell’udito legata all’otosclerosi.

    Nelle donne con angioedema ereditaria gli estrogeni esogeni possono indurre o peggiorare i sintomi dell’angioedema.

    I disturbi acuti o cronici della funzionalità epatica possono richiedere la sospensione dell’uso del contraccettivo ormonale combinato finché gli indici della funzionalità epatica non ritornano entro i valori normali di riferimento. Una recidiva di ittero colostatico e/o di prurito correlato a colestasi che è avvenuto in precedenza nel corso di una gravidanza o durante l’uso di steroidi sessuali richiede la sospensione del contraccettivo ormonale combinato.

    Sebbene i contraccettivi ormonali combinati possano avere un effetto sulla resistenza periferica all’insulina e alla tolleranza al glucosio, non vi è evidenza della necessità di modificare il regime terapeutico nei diabetici facendo uso di un contraccettivo ormonale combinato a basse dosi (contenente < 0,05 mg di etinilestradiolo). Tuttavia, le donne diabetiche devono essere tenute sotto attenta osservazione, particolarmente nelle prime fasi dell’uso di un contraccettivo ormonale combinato.

    È stato segnalato il peggioramento di depressione endogena, dell’epilessia, del morbo di Crohn e della colite ulcerosa durante l’uso di contraccettivi ormonali combinati.

    Può occasionalmente verificarsi cloasma, specialmente nelle donne con una storia di cloasma gravidico. Le donne con una tendenza al cloasma devono evitare l’esposizione al sole o ai raggi ultravioletti mentre fanno uso di contraccettivi ormonali a base combinati.

    Questo medicinale contiene 48,53 mg di lattosio monoidrato per compressa. Le pazienti affette da problemi ereditari rari, come l’intolleranza al galattosio, la carenza di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Questo medicinale contiene 0,070 mg di lecitina di soia per compressa. Le pazienti con ipersensibilità alle arachidi o alla soia non devono prendere questo medicinale.

    Esami/Visite mediche

    Prima di iniziare o riprendere l’uso di Liladros si deve raccogliere una anamnesi completa (inclusa l’anamnesi familiare) e si deve escludere una gravidanza. Si deve misurare la pressione arteriosa ed eseguire un esame clinico, guidato dalle controindicazioni (vedere paragrafo 4.3) e dalle avvertenze (vedere paragrafo 4.4). È importante attirare l’attenzione della donna sulle informazioni relative alla trombosi venosa o arteriosa, incluso il rischio associato a Liladros rispetto ad altri COC, i sintomi di TEV e TEA, i fattori di rischio noti e cosa fare in caso di sospetta trombosi.

    La donna deve anche essere informata della necessità di leggere attentamente il foglio illustrativo e di seguirne i consigli. La frequenza e il tipo di esami devono basarsi sulle linee guida stabilite e devono adattarsi alla singola donna.

    La donna deve essere informata della necessità di leggere attentamente il foglio illustrativo e seguirne i consigli. La frequenza e il tipo di esami devono basarsi sulle linee guida stabilite e devono adattarsi alla singola donna.

    Le donne devono essere informate che i contraccettivi ormonali non proteggono dalle infezioni da HIV (AIDS) e da altre malattie sessualmente trasmesse.

    Riduzione dell’efficacia

    L’efficacia dei contraccettivi può essere ridotta qualora vengano dimenticate le compresse (vedere paragrafo 4.2), nel caso si verifichino disturbi gastrointestinali (vedere paragrafo 4.2) oppure durante una terapia concomitante (vedere paragrafo 4.5).

    Riduzione del controllo del ciclo

    Con tutti i contraccettivi ormonali combinati, si possono verificare sanguinamenti irregolari (comparsa di macchie di sangue o sanguinamento da perdita di controllo), specie durante i primi mesi d’uso. Pertanto, la valutazione di sanguinamenti irregolari ha senso solo dopo un periodo di adattamento di circa tre cicli.

    Se il sanguinamento irregolare persiste o si verifica dopo cicli precedenti regolari, allora bisogna prendere in considerazione cause non ormonali e sono indicate indagini diagnostiche per escludere un tumore maligno oppure una gravidanza. Tra di esse vi può essere anche il raschiamento.

    In alcune donne il sanguinamento da sospensione non avviene durante l’intervallo senza ormoni. Se il contraccettivo ormonale combinato è stato assunto secondo le indicazioni descritte nel paragrafo 4.2, è improbabile che la donna sia incinta. Tuttavia, se il contraccettivo ormonale combinato non è stato assunto secondo queste indicazioni prima del primo sanguinamento da sospensione mancato oppure se quest’ultimo non si è verificato per due volte di seguito, bisogna escludere una gravidanza prima di continuare l’uso del contraccettivo ormonale combinato.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Liladros non è raccomandato durante la gravidanza.

    Se si verifica una gravidanza durante l’uso di Liladros, il preparato deve essere sospeso immediatamente. Ampi studi epidemiologici non hanno evidenziato alcun aumento del rischio di difetti congeniti in bambini nati da donne che avevano fatto uso di un contraccettivo combinato prima della gravidanza e neanche un effetto teratogeno quando il contraccettivo ormonale combinato era stato assunto inavvertitamente durante la gravidanza.

    Gli studi sugli animali hanno mostrato effetti indesiderati durante la gravidanza e l’allattamento (vedere paragrafo 5.3). In base ai dati negli animali, non è possibile escludere che si verifichino effetti indesiderati dovuti all’attività ormonale dei principi attivi. Tuttavia, l’esperienza in generale con i contraccettivi ormonali combinati durante la gravidanza non documenta che tali effetti avversi effettivamente si verifichino nell’uomo.

    I dati disponibili riguardanti l’uso di drospirenone/etinilestradiolo sono troppo limitati per permettere di giungere a conclusioni sugli effetti negativi di Liladros sulla gravidanza, nonché sulla salute del feto e del neonato. Attualmente non sono disponibili dati epidemiologici pertinenti.

    Il maggior rischio di tromboembolia venosa nel periodo dopo il parto, deve essere preso in considerazione quando viene ripresa l’assunzione di Liladros (vedere paragrafo 4.2. e 4.4).

    Allattamento

    L’allattamento può essere influenzato dai contraccettivi ormonali combinati dato che possono ridurre la quantità del latte materno ed alterarne la composizione. Pertanto, l’uso dei contraccettivi ormonali non è generalmente raccomandato finché la madre che allatta non ha completamente svezzato il bambino. Piccole quantità di steroidi contraccettivi e/o i loro metaboliti possono essere escreti con il latte materno durante l’uso dei contraccettivi ormonali combinati. Queste quantità possono avere un effetto sul bambino.

    Effetti Collaterali

    Per gravi effetti indesiderati in donne che assumono contraccettivi ormonali combinati vedere paragrafo 4.4.

    Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate durante l’uso di Liladros:

    La tabella sottostante riporta le reazioni avverse secondo la classificazione per sistemi e organi di MedDRA (MedDRA SOCs)

    Le frequenze si basano sui dati dagli studi clinici.

    Classificazione per sistemi e organi MedDRA versione 18.1 Frequenza delle reazioni avverse
    Comune ≥1/100, <1/10 Non comune ≥1/1000, <1/100 Raro ≥1/10.000, <1/1.000
    Infezioni ed infestazioni   Candidiasi, Herpes simplex  
    Disturbi del sistema immunitario   Reazione allergica Asma
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Aumento dell’appetito  
    Disturbi psichiatrici Labilità emotiva Depressione, Nervosismo, Disturbi del sonno  
    Patologie del sistema nervoso Cefalea Parestesia, Vertigini  
    Patologie dell’orecchio e del labirinto     Ipoacusia
    Patologie dell’occhio   Disturbi visivi  
    Patologie cardiache   Extrasistole, Tachicardia  
    Patologie vascolari   Embolia polmonare, Ipertensione, Ipotensione, Emicrania, Vene varicose Tromboembolia venosa (TEV) tromboembolia arteriosa (TEA)
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Faringite  
    Patologie gastrointestinali Dolore addominale Nausea, Vomito, Gastroenterite, Diarrea, Stipsi, Disturbo gastrointestinale  
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Acne Angioedema, Alopecia, Eczema, Prurito, Eruzione cutanea, Pelle secca, Seborrea, Disturbo della pelle Eritema nodoso, Eritema multiforme
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Dolore al collo, Dolore alle estremità, Crampi muscolari  
    Patologie renali e urinarie   Cistite  
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Dolore mammario, Ingrandimento delle mammelle, Dolorabilità mammaria, Dismenorrea, Metrorragia Neoplasia della mammella, Mammella fibrocistica, Galattorrea, Ciste ovarica, Vampate, Disturbo mestruale, Amenorrea, Menorragia, Candidiasi vaginale, Vaginite, Perdite dai genitali, Disturbi vulvovaginali, Secchezza vaginale, Dolore pelvico, Striscio di Papanicolaou dubbio, Riduzione della libido  
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Edema, Astenia, Dolore, Sete eccessiva, Aumento della sudorazione  
    Esami diagnostici Aumento ponderale Perdita di peso  

    Descrizione di reazioni avverse selezionate

    Nelle donne che usano COC è stato osservato un maggior rischio di eventi trombotici e tromboembolici arteriosi e venosi, tra cui infarto miocardico, ictus, attacchi ischemici transitori, trombosi venosa ed embolia polmonare, e tale rischio è discusso più dettagliatamente nel paragrafo 4.4.

    Le seguenti reazioni avverse sono state segnalate in donne che usavano contraccettivi ormonali combinati. Sono discusse nel paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego:

    – disturbi tromboembolici venosi

    – disturbi tromboembolici arteriosi

    – ipertensione;

    – tumori epatici;

    – comparsa o peggioramento di patologie il cui nesso causale con i contraccettivi ormonali combinati non è stato definitivamente stabilito: morbo di Crohn, colite ulcerosa, epilessia, mioma uterino, porfiria, lupus eritematoso sistemico, herpes gestazionale, corea di Sydenham, sindrome uremica emolitica, ittero colestatico;

    – cloasma;

    – disturbi acuti o cronici della funzionalità epatica possono richiedere la sospensione del contraccettivo ormonale combinato finché gli indicatori della funzionalità epatica non rientrano nei valori normali di riferimento;

    – nelle donne con angioedema ereditario gli estrogeni esogeni possono indurre o peggiorare i sintomi dell’angioedema.

    La frequenza della diagnosi di carcinoma della mammella è lievemente aumentata tra le donne che fanno uso di contraccettivi ormonali. Dato che il carcinoma della mammella è raro al di sotto dei 40 anni di età, il numero in eccesso è piccolo rispetto al rischio globale di carcinoma della mammella. Il meccanismo causale non è noto. Per ulteriori informazioni vedere paragrafi 4.3 e 4.4.

    Interazioni

    In seguito a interazioni di altri medicinali (induttori enzimatici) con i contraccettivi orali possono verificarsi sanguinamento da perdita di controllo e/o fallimento del contraccettivo (vedere paragrafo 4.5).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa :

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Amido di mais, pregelatinizzato

    Macrogol copolimero a innesto di poli (vinil alcool)

    Magnesio stearato

    Rivestimento con film :

    Poli (vinil alcool)

    Diossido di titanio (E171)

    Talco

    Macrogol 3350

    Lecitina (soia)

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25° C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.