Rhophylac (Csl behring gmbh)

Soluzione iniettabile 1sir 300mcg/2ml

da77.00 €
Principio attivo:Immunoglobulina umana rh0
Gruppo terapeutico:Immunoglobuline
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:C
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • minaccia di aborto
  • emorragia
  • trauma
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    Posologia

    Posologia

    La dose di immunoglobulina anti–D deve essere determinata in funzione del livello di esposizione ai globuli rossi Rh(D) positivi e dalla consapevolezza che 0,5 mL di concentrato di globuli rossi Rh(D) positivo o 1 mL di sangue Rh(D) positivo vengono neutralizzati con circa 10 mcg (50 UI) di immunoglobuline anti–D.

    Lo schema posologico, che segue, viene raccomandato sulla base degli studi clinici condotti con Rhophylac. Per ulteriori dettagli riguardanti studi specifici vedere paragrafo 5.1.

    Il dosaggio e lo schema posologico per le immunoglobuline umane anti–D per uso intramuscolare e endovenoso devono anche tenere conto delle raccomandazioni presenti nelle altre linee guida ufficiali.

    Prevenzione della immunizzazione Rh(D) in donne Rh(D)–negative:

    • Profilassi antepartum: la dose raccomandata è una dose singola pari a 300 mcg (1500 UI) somministrata per via endovenosa od intramuscolare.

    • Profilassi antepartum programmata:

    Una singola dose di 300 mcg tra la 28° e la 30° settimana di gravidanza

    • Profilassi antepartum conseguente a complicanze in gravidanza

    Una singola dose di 300 mcg deve essere somministrata nel più breve tempo possibile e comunque entro 72 ore e, se necessario, l’infusione va ripetuta ad intervalli di 6 – 12 settimane per l’intera durata della gravidanza.

    • Profilassi postpartum: per somministrazione endovenosa, si ritiene che 200 mcg (1000 UI) siano una dose sufficiente. Sono invece raccomandati da 200 (1000 UI) a 300 mcg (1500 UI) per somministrazione intramuscolare.

    Nell’utilizzo in postpartum il prodotto deve essere somministrato alla madre il prima possibile entro 72 ore dal parto di un neonato Rh(D)–positivo (D, Ddebole, Dparziale). Se si superano le 72 ore dal parto, il prodotto deve essere comunque somministrato il più presto possibile.

    La dose postpartum deve essere comunque somministrata sia quando è stata effettuata una profilassi ante–partum sia quando l’attività anticorpale residua della profilassi antepartum è ancora presente nel siero materno.

    Se si sospetta una emorragia materno–fetale massiva [> 4 ml (0.7–0.8% delle donne), ad esempio in caso di anemia fetale/neonatale o di morte fetale intrauterina, deve essere determinata la sua entità con metodi appropriati, ad esempio il test di eluizione acida di Kleihauer–Betke per la determinazione del livello di HbF fetale o la citometria di flusso per l’identificazione specifica dei globuli rossi Rh(D) positivi. In questi casi devono essere somministrate ulteriori dosi di immunoglobuline anti–D come indicato (10 mcg o 50 UI) ogni 0,5 ml di emazie fetali.

    Incompatibilità trasfusionale da globuli rossi (RBCs)

    La dose raccomandata è di 20 mcg (100 UI) di immunoglobulina anti–D ogni 2 ml di sangue Rh(D)–positivo trasfuso od ogni 1 ml di RBC concentrato. Il dosaggio appropriato deve essere calcolato con la consulenza di uno specialista in materia di trasfusione di sangue. Dopo la somministrazione di anti–D si raccomanda di ripetere il test per i globuli rossi Rh(D) positivi ogni 48 ore fino alla loro scomparsa dal circolo sanguigno. In caso di trasfusioni incompatibili più ampie, è sufficiente una dose massima di 3000 mcg (15000 UI), indipendentemente dal fatto che il volume di trasfusione sia maggiore di 300 ml di sangue Rh(D)–positivo.

    Si raccomanda l’infusione endovenosa in modo tale da raggiungere immediatamente livelli plasmatici adeguati.

    Se viene preferita l’iniezione intramuscolare, il volume elevato di prodotto deve essere somministrato in più giorni.

    Popolazione pediatrica

    La posologia in caso di trasfusione incompatibile dipende dal volume di sangue Rh(D) positivo o dal concentrato trasfuso di globuli rossi, pertanto la dose raccomandata nei bambini e adolescenti (0–18 anni) non è diversa da quella degli adulti. Tuttavia, la dose appropriata deve essere determinata con la consulenza di uno specialista in trasfusioni di sangue.

    Modo di somministrazione

    Per via endovenosa, somministrare il prodotto mediante lenta iniezione.

    Se si rende necessaria la somministrazione di dosi totali elevate (> 2 mL in bambini o >5 ml in adulti) e si sceglie l’iniezione per via intramuscolare, si raccomanda la somministrazione di dosi divise in differenti siti di iniezione.

    Se la somministrazione intramuscolare è controindicata (disturbi della coagulazione), Rhophylac deve essere somministrato per via endovenosa.

    Pazienti in sovrappeso

    Nei pazienti con un indice di massa corporea (BMI) ≥ 30 è raccomandata la somministrazione endovenosa (vedere paragrafo 4.4).

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • ipersensibilità alle immunoglobuline umane
  • trombocitopenia
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    Interazioni
  • vaccini
  • vaccino
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    Avvertenze

    Nel caso di uso postpartum, il prodotto è riservato alla somministrazione materna. Esso non deve essere iniettato al neonato.

    Il prodotto non deve essere usato in soggetti Rh(D) positivi né in soggetti precedentemente immunizzati per l’antigene Rh(D).

    Vere e proprie reazioni allergiche sono rare ma si possono verificare risposte di tipo allergico alle immunoglobuline anti–D.

    Rhophylac contiene una piccola quantità di IgA. Sebbene l’immunoglobulina anti–D sia stata impiegata con successo per il trattamento di pazienti selezionati carenti di IgA, i soggetti con deficit di IgA sono a rischio di sviluppare anticorpi IgA e possono andare incontro a reazioni anafilattiche dopo somministrazione di prodotti medicinali derivati dal plasma contenenti IgA. Pertanto, il medico deve attentamente valutare il beneficio del trattamento con Rhophylac verso i rischi potenziali di reazioni di ipersensibilità.

    Raramente, l’immunoglobulina umana anti–D può causare un brusco abbassamento della pressione sanguigna con reazione anafilattica, questo può accadere anche in pazienti che abbiano ben tollerato un precedente trattamento con immunoglobulina umana.

    In caso di sospetta reazione di tipo allergico o anafilattico la somministrazione deve essere immediatamente interrotta. In caso di shock, devono essere osservati gli standard medici attuali per il trattamento dello shock.

    Pazienti sottoposti a trasfusioni incompatibili, ai quali sono somministrate dosi molto elevate di immunoglobuline anti–D, devono essere attentamente monitorati dal punto di vista clinico e dei parametri biologici per il rischio di una reazione emolitica.

    Ci sono state segnalazioni di mancanza di efficacia in caso di somministrazione intramuscolare di Rhophylac in pazienti con un indice di massa corporea (BMI) ≥ 30. Pertanto, nei pazienti con un BMI ≥ 30 si raccomanda la somministrazione endovenosa.

    Rhophylac contiene fino a 11,5 mg (0,5 mmol) di sodio per siringa. Ciò deve essere tenuto in considerazione per i pazienti che seguono una dieta iposodica.

    Informazioni sulla sicurezza nei confronti di agenti trasmissibili

    Provvedimenti standard per prevenire infezioni che risultino dall’uso di medicinali derivati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, il controllo delle singole donazioni e dei pool di plasma per la presenza di specifici marcatori di infezione e l’adozione di fasi di produzione efficaci per l’inattivazione / rimozione dei virus. Ciò nonostante, quando vengono somministrati medicinali derivati da sangue o plasma umano, non può essere totalmente esclusa la possibilità di trasmissione di agenti infettivi. Ciò vale anche per virus sconosciuti o emergenti e per altri patogeni.

    I provvedimenti adottati sono considerati efficaci nei confronti di virus capsulati come il virus dell’immunodeficienza umana (HIV), il virus dell’epatite B (HBV) e il virus dell’epatite C (HCV)..

    Tali provvedimenti possono essere di valore limitato nei confronti di virus non capsulati come il virus dell’epatite A (HAV) e il parvovirus B19.

    Esiste una rassicurante esperienza clinica in merito alla non trasmissione dell’epatite A o del parvovirus B19 con la somministrazione di immunoglobuline e si ritiene anche che il contenuto anticorpale rappresenti un importante contributo alla sicurezza contro i virus.

    Si raccomanda fortemente che, ogni qual volta si somministra Rhophylac ad un paziente, si registrino sia il nome del paziente stesso che il numero di lotto del prodotto, in modo da stabilire un collegamento fra il nome del paziente e il numero del lotto.

    Interferenze con test sierologici.

    Dopo l’iniezione di immunoglobulina, il transitorio aumento di vari anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può causare un risultato falso positivo nei test sierologici.

    La trasmissione passiva di anticorpi contro antigeni eritrocitari, es. A, B, C, D può interferire con alcuni test sierologici per gli anticorpi dei globuli rossi, ad es. test dell’antiglobulina (Test di Coombs), in modo particolare in neonati Rh(D) positivi la cui madre abbia ricevuto una profilassi antepartum.

    Gravidanza

    Fertilità

    Non sono stati condotti studi della fertilità in animali con l’uso di Rhophylac. Tuttavia, l’esperienza clinica con le immunoglobuline umane anti–D suggerisce che non si devono attendere effetti dannosi sulla fertilità.

    Gravidanza

    Questo medicinale viene usato in gravidanza.

    Non sono stati segnalati da studi clinici eventi avversi correlabili con il farmaco in bambini nati da 432 donne che hanno ricevuto una somministrazione antepartum di 300 mcg di Rhophylac.

    Allattamento

    Questo medicinale può essere usato nelle donne durante il periodo di allattamento.

    Le immunoglobuline sono escrete nel latte umano. Non sono stati segnalati da studi clinici eventi avversi correlati con il farmaco in bambini nati da 256 donne che hanno ricevuto una somministrazione postpartum di 300 mcg di Rhophylac né in bambini nati da 139 donne che hanno ricevuto una somministrazione postpartum di 200 mcg di Rhophylac.

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    Reazioni allergiche o di ipersensibilità sono state le più gravi reazioni avverse osservate durante il trattamento; in rari casi esse possono evolvere verso una improvvisa caduta della pressione arteriosa ed uno shock anafilattico anche quando il paziente non ha mostrato ipersensibilità a precedenti somministrazioni.

    Tabella delle reazioni avverse

    Le reazioni avverse di seguito riportate provengono da studi clinici condotti su 592 pazienti e da esperienza post–marketing. I dati riassunti nella tabella, sotto riportata, sono conformi alla classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e Preferred Term Level).

    La frequenza è stata valutata secondo i seguenti criteri: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, <1/100), raro (≥ 1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000).

    Classificazione Sistemica Organica (SOC, MedDRA) Reazione avversa Frequenza dell’ADR (MedDRA Preferred Term, PT)
    Patologie del sistema immunitario Ipersensibilità, Shock anafilattico raro
    Patologie del sistema nervoso Cefalea Non comune
    Patologie cardiache Tachicardia raro
    Patologie vascolari Ipotensione raro
    Patologie respiratorie, toraciche e Mediastiniche Dispnea raro
    Patologie gastrointestinali Nausea, vomito raro
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Reazioni cutanee, eritema, prurito Non comune
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia raro
    Patologie sistemiche e alla sede di somministrazione Febbre, malessere generale, brividi Non comune
    Sede di somministrazione: gonfiore, dolore, eritema, indurimento, calore, prurito, rash raro

    Ci sono state segnalazioni spontanee di grave emolisi intravascolare con l’uso di anti–D somministrato per via intravenosa in pazienti Rh(D) positivi con porpora trombocitopenica immune (ITP). Sono stati riportati decessi dovuti a emolisi. L’esatta frequenza di questo evento avverso non è nota.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, poiché consente un monitoraggio continuo del rapporto rischio/beneficio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta attraverso il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Per le informazioni sulla sicurezza verso gli agenti trasmissibili, vedere il paragrafo 4.4.

    Eccipienti

    Albumina umana

    Glicina

    Sodio cloruro

    Acqua per iniezioni

    Conservazione

    Conservare in frigorifero (tra 2°C e 8°C). Non congelare.

    Tenere la siringa (nel blister originale) nell’imballaggio esterno per tenerla al riparo dalla luce.